domenica 22 novembre 2015

Allattare non è la cosa più facile del mondo




Allattare non è la cosa più facile del mondo. 
Richiede sacrificio, e di cambiare le nostre abitudini e il nostro senso del tempo. 
Molte mamme mi dicono che non si è mai abbastanza preparate alle difficoltà che si possono incontrare allattando.
Questo succede anche perchè una volta le madri allattavano per la prima volta fisicamente, dopo aver visto e vissuto da vicino tanti altri allattamenti delle donne del proprio clan (le madri, le sorelle, le cugine). Quindi anche una primipara era comunque più "informata" di una mamma di oggi.
 E più sostenuta da altre donne che avevano già allattato, erano esperte, e la sostenevano anche tenendola a riposo per almeno sei settimane, in cui la mamma doveva esclusivamente pensare alla propria creatura.
Per allattare al seno oggi, nella nostra società dove facilmente abbiamo a disposizione il latte artificiale e il biberon, bisogna essere consapevoli, informate e sostenute. Consapevoli dei vantaggi del latte materno e del contatto pelle a pelle, consapevoli che non sempre l'allattamento al seno è una strada in discesa, e sostenute da altre donne, dalla propria famiglia, dal proprio compagno.

Scritto da Roberta Leonarduzzi, doula, donna, sorella e mamma
(post originario comparso sulla pagina FB il 3 novembre 2015)



Le immagini sono quadri di Mary Cassat, pittrice statunitense.

Diventare madri non è facile!


Diventare madri non è facile. 

Non è solo immagini patinate di gioia e di entusiasmi e soddisfazione. 

È anche un susseguirsi di dubbi, incertezze, è come attraversare una valle sconosciuta e nella quale a volte non ci riconosciamo. Ammettere questo non significa non essere buone madri, o non amare il proprio bambino. Ammettere questo e condividerlo con qualcun altro (una amica, una doula, la propria madre, l'ostetrica), significa accettarsi, accettare che la vita è anche sofferenza e ambivalenza, che crescere e diventare donna e madre passa anche dall'insofferenza, dal senso di smarrimento, dalla voglia di ritrovare la propria identità e rendersi conto che le cose sono cambiate. 

Aver voglia di urlare:" Fatemi tornare indietro!", "Datemi un bottone per spegnerlo, per avere una pausa, per uscire un momento con le amiche, con il compagno, con una sigaretta...", non ci rende pessime madri, ma madri vere, donne reali.

Parliamone, e accettiamo che alcune volte il senso di smarrimento sia maggiore della gioia. 

Siamo le mamme perfette per il nostro bambino anche così, perché siamo umane, e non una immagine patinata su un social network.


scritto da Roberta Leonarduzzi, doula, mamma, sorella e donna (originale pubblicato il 20 novembre 2015 su FB)



(immagini www.artecrea.it e Madre e figlio di Pablo Picasso)